❥ Le ombre del fordismo. Sviluppo industriale, occupazione femminile e precarietà del lavoro nel trentennio glorioso (Bologna, Emilia-Romagna, Italia) di Eloisa Betti
Il volume si inserisce nell’attualissima discussione pubblica sulla precarietà del lavoro come fenomeno storico e sul ruolo del lavoro a domicilio nello sviluppo del sistema capitalista, affrontando una fase cruciale della storia dell’Italia novecentesca, il cosiddetto trentennio glorioso. La contestualizzazione globale dei problemi storiografici e uno sguardo inedito, che pone al centro la prospettiva di genere per indagare la relazione tra industrializzazione, occupazione femminile e precarietà, consentono di situare il caso di studio italiano ed emiliano-romagnolo all’interno del dibattito internazionale. La dimensione nazionale è il quadro di riferimento della prima parte del volume, che propone una rilettura del fordismo tra fabbrica e territorio; una disamina del rapporto tra crescita industriale e occupazione femminile; un’analisi del sistema di fabbrica e del lavoro a domicilio tra triangolo industriale e Terza Italia all’insegna del binomio stabilità/precarietà. La dimensione bolognese è l’orizzonte della seconda parte, che prende in esame le forme di discussione e mobilitazione contro la precarietà, a partire da fonti archivistiche, stampa politico-sindacale, inchieste edite e inedite, raccolte di fonti orali. I discorsi delle organizzazioni sindacali, dei partiti e delle associazioni femminili fanno da contraltare alla soggettività di operaie e lavoranti a domicilio nello svelare i persistenti nessi tra sfruttamento, precarietà, discriminazione e salute delle lavoratrici italiane. Bononia University Press
❥ Genere, fotografia e storia negli archivi del secondo Novecento: il Fondo fotografico dell’Unione Donne Italiane (UDI) di Bologna di Eloisa Betti e Marta Magrinelli
«Il fondo fotografico dell’Unione Donne in Italia (Udi) di Bologna è costituito da oltre 3000 fotografie, che documentano iniziative e attività organizzate e sostenute dall’associazione a Bologna, e in altre città italiane, dalla seconda metà degli anni Quaranta del Novecento fino ai primi anni Duemila. Le vere protagoniste del fondo sono le donne, bolognesi, italiane e persino straniere, ritratte sia collettivamente che individualmente in spazi pubblici e privati.»
L’articolo è disponibile in open access sulla rivista Clionet. Per un senso del tempo e dei luoghi. Leggi tutto
❥ Le italiane a Bologna. Percorsi al femminile in 150 di storia unitaria di Fiorenza Tarozzi e Eloisa Betti
Il volume prende in esame il ruolo svolto dalle donne italiane, e da quelle emiliane e bolognesi in particolare, nella storia italiana: dalla costruzione della Nazione nella stagione risorgimentale e nei primi decenni post-unitari all’edificazione della democrazia repubblicana nel secondo Novecento. L’approccio scelto, al contempo di lungo periodo e tematico, consente di mettere in luce come il protagonismo femminile abbia rappresentato una costante nella storia dell’Italia unita, esprimendosi in varie forme e abbracciando numerosi ambiti, tra i quali l’istruzione e l’educazione, la salute, la solidarietà. Sono presentati casi esemplari di singole donne e gruppi che hanno promosso azioni innovatrici nella vita sociale, politica e culturale del nostro paese, azioni che hanno rappresentato frequentemente un motore del rinnovamento e sono andate spesso a beneficio non solo dell’universo femminile, ma dell’intera collettività. Editrice Socialmente
❥ Senza Giusta Causa. Le donne licenziate per rappresaglia politico-sindacale a Bologna negli anni ’50 di Eloisa Betti e Elisa Giovannetti
Il libro affronta il tema dei licenziamenti per rappresaglia politico-sindacale, che colpirono militanti del partito comunista, socialista o attivisti della CGIL, a Bologna tra la fine degli anni ’40 e la metà degli anni ’50, rappresentando un fenomeno di portata nazionale. In quel periodo, la città emiliana fu la capitale per eccellenza della guerra fredda e venne segnata da un forte conflitto sociale e forme di repressione violente da parte del potere centrale e delle forze di polizia. Il ruolo delle donne nelle lotte contro i licenziamenti e la loro massiccia presenza tra i licenziati sono stati finora minimizzati se non addirittura ignorati dalle ricostruzioni storiche, dando vita ad una memoria collettiva declinata esclusivamente al maschile. Editrice Socialmente
❥ La democrazia delle donne. I Gruppi di Difesa della Donna nella costruzione della Repubblica (1943-1945) di Laura Orlandini
Laura Orlandini, ricercatrice presso l’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in Ravenna e provincia, l’11 dicembre 2018 ha presentato alle ore 17:00 nella Sala Imbeni di Palazzo D’Accursio il suo libro “La democrazia delle donne. I Gruppi di Difesa della Donna nella costruzione della Repubblica (1943-1945)” in cui ha racchiuso, attraverso un’analisi inedita su scala nazionale dei documenti prodotti dai Gruppi di Difesa, uno studio che si propone di ricostruirne compiutamente la storia, dalla fondazione a Milano nel novembre 1943 fino all’estensa partecipazione raggiunta nei territori occupati alla vigilia della liberazione. Una realtà trasversale che ambiva a unire tutte le donne in lotta contro il nazifascismo, non solo supportando la guerra partigiana nelle sue esigenze primarie ma anche dando vita a numerose azioni di protesta civile, dalle rivendicazioni di carattere annonario alle varie forme di resistenza collettiva contro le rappresaglie e le violenze dell’esercito occupante. Una componente tutt’altro che secondaria, e anzi per molti aspetti decisiva, della Resistenza, rimasta tuttavia a lungo nascosta nella successiva elaborazione della memoria resistenziale che ha spesso rubricato la partecipazione femminile a fenomeno spontaneo e sostanzialmente individuale. Conoscere le dinamiche, i programmi, la struttura organizzativa dei Gruppi di Difesa della Donna permette invece di fare piena luce su di una realtà complessa e articolata, che perseguiva precisi obiettivi, attraverso la quale le donne hanno gettato le basi della propria cittadinanza nell’Italia del dopoguerra. Un capitolo significativo della Resistenza, dunque, nonché un momento fondamentale nel percorso di formazione democratica e civile del Paese.