La Corte Suprema degli Stati Uniti con la sentenza No. 19–1392. Discussa a dicembre, 2021. Decisa e pubblicata il 24 giugno 2022 ha annullato la storica sentenza del 1973, la Roe vs Wade, che garantiva alle donne la possibilità di scegliere di interrompere la gravidanza .

La Costituzione non garantisce un diritto all’aborto», si legge nella sentenza e devolve la regolamentazione dell’ aborto letteralmente «al popolo e ai rappresentanti eletti». Quindi ora spetterà ai singoli Stati decidere sul divieto.

Senza il diritto costituzionale garantito agli Stati Americani sarà consentito di prendere posizioni più forti contro l’aborto. È la prima volta nella storia che la Corte suprema ha sottratto un diritto fondamentale. La decisione porterà almeno la metà degli stati ad agire immediatamente per vietare l’aborto costringendo le persone a percorrere centinaia e migliaia di Km per accedere alle cure dell’aborto o per portare a termine gravidanze contro la loro volontà, una grave violazione dei loro diritti umani.

L’assetto patriarcale della politica, a oltre quarant’anni dalla conquista di un diritto fondamentale per tutte le donne, sembra voler rimettere in discussione la possibilità delle donne di accedere al diritto alla salute psicofisica e all’autodeterminazione.

Sappiamo bene quante donne sono morte e quante condannate quando l’aborto era un reato.

Nessuna donna avrebbe più dovuto essere costretta a ricorrere all’aborto clandestino; nessuna donna avrebbe più dovuto correre il rischio di contrarre infezioni, setticemia, febbre a seguito dell’intervento; nessuna donna avrebbe più dovuto incorrere alla morte per emorragia a causa di strumentazioni inadeguate; nessuna donna avrebbe più potuto essere incarcerata per aver compiuto quello che il nostro Codice Rocco definiva “delitto contro l’integrità della stirpe“.

Nel 2022 permane la considerazione della donna come contenitore .

Si legittima il rischio e il danno alla salute psicofisica di chi è già è nato ,solo perché donna, a favore di un embrione … tutto perché nasca, con un inammissibile tentativo di colpevolizzazione le donne colpite nella dignità della persona,, nei valori inviolabili e nella loro stessa condizione esistenziale.

Le donne dicono basta! Non si accettano scelte etiche sui nostri corpi, sulla nostra salute addirittura sulla nostra vita o sulla maternità.

La decisione della Suprema Corte degli Stati Uniti che sottrae la garanzia dell’applicazione del diritto all’autodeterminazione e all’interruzione della gravidanza in ambiente sanitario e protetto non illegale e insicuro, è gravissima non solo per i contenuti e le conseguenze, ma perché proviene da una delle democrazie che si definisce tra le più evolute a livello mondiale.

I diritti delle donne non dobbiamo mai considerarli acquisiti, purtroppo ce lo dimostra la storia .

Ma noi siamo qui oggi per dire che non permetteremo nessuna legittimazione a insidiose manipolazioni delle attuali norme di garanzia e della legge sull’aborto.

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